Cosa fare nel Sinis

Viaggio nel Sinis fra borghi di pescatori, archeologia e cucina tipica

Tre giorni nella costa occidentale della Sardegna per l’iniziativa Pescatori di Borghi del Flag Pescando, fra cultura, paesaggio e cucina locale, nel Sinis e non solo

 Flag pescando | © Jessica Cani
Flag Pescando a Is Benas | © Jessica Cani

Viaggiare per conoscere e per lavorare sulla propria sensibilità nell’interpretare i luoghi e le persone che li abitano. È ciò che abbiamo fatto nel Sinis e non solo con il Flag Pescando quando, il 12, 13 e 14 novembre, ha organizzato eventi e press tour con l’obiettivo di permetterci di scoprire alcuni territori della Sardegna occidentale. Abbiamo viaggiato partendo dal concetto di sostenibilità della pesca e prodotti locali, per scoprire luoghi con una storia millenaria in cui oggi si respira ancora la bellezza del passato.

Cosa è il Flag pescando

Il museo del coltello di Arbus

I borghi dei pescatori

Gli appuntamenti con l’archeologia

Le tipicità locali

 Marceddì | © Jessica Cani
Marceddì | © Jessica Cani

Cosa è il Flag Pescando

Fisheries Local Action Group: è questo il significato del FLAG, un’iniziativa a livello europeo basata su strategie a livello locale. Il FLAG Pescando Sardegna Centro Occidentale è un progetto nato nel 2016 con lo scopo di intervenire in maniera concreta sul settore della pesca attraverso lo sviluppo locale partecipativo. 

Il Flag copre 15 paesi, ovvero Arborea, Arbus, Baratili S. Pietro, Cabras, Cuglieri, Guspini, Marrubiu, Narbolia, Nurachi, Oristano, Palmas Arborea, Riola Sardo, San Vero Milis, Santa Giusta e Terralba. Sono luoghi dalla conformazione differente, con una forte connessione fra gli ambienti costieri, lagunari e agricoli, che hanno donato loro una tradizione legata soprattutto alla pesca e all’agricoltura. Oggi sono a vocazione turistica, grazie alla ricchezza paesaggistica, culturale, archeologica e gastronomica che li caratterizza ed è a partire da questi elementi che il Flag si propone di valorizzare e promuovere le singole aree. 

Per l’evento Pescatori di Borghi abbiamo trascorso tre giorni in alcuni dei luoghi del Flag. Quali ve lo racconto qui sotto.

Il museo del coltello di Arbus

 Museo del coltello | © Jessica Cani
Museo del coltello | © Jessica Cani

Arburesa: si chiama così il tradizionale coltello a serramanico legato al paese ed è l’oggetto con cui Paolo Pusceddu ha dato vita alla sua raccolta privata di pezzi storici nel museo del coltello di Arbus.

Paolo, insieme a suo fratello Mario, sono dei veri e propri artisti di questo coltello panciuto e hanno appreso la tecnica da loro padre e, grazie a talento e passione, hanno permesso al mondo di conoscere questa tipicità tutta sarda.

 Paolo Pusceddu del museo del coltello di Arbus | © Jessica Cani
Paolo Pusceddu del museo del coltello di Arbus | © Jessica Cani

Paolo nel suo museo ha più di 250 pezzi, conservati con cura all’interno di teche dal velluto rosso. Ci sono i coltelli per la caccia, quelli per fare su pani pintau, quelli per la cucina e quelli che, anticamente, i fidanzati regalavano alle proprie donne. Ogni pezzo è colmo di storia e Paolo le racconta magistralmente mostrandosi un ottimo padrone di casa per gli ospiti curiosi che decidono di visitare quella che ormai è casa sua.

I pescatori di borghi

Merceddì

Merceddì | © Jessica Cani
Merceddì | © Jessica Cani

Sembra una cartolina, e invece è un pittoresco borgo di pescatori frazione del comune di Terralba. Marceddì è uno di quei luoghi da visitare assolutamente se ci si trova nella zona di Oristano, non solo per la sua bellezza e le casette lunghe le caratteristiche strade, ma anche per il suo delicato ecosistema tra laguna e stagno, in cui coabitano uccelli come l’airone rosso e il germano reale, e specie di pescato come muggini, orate triglie e spigole.

La peschiera di Mar’e Pontis

Un altro meraviglioso villaggio sviluppatosi, probabilmente, intorno al ‘700, fra una rete di canali che collegano la suggestiva laguna di Cabras al mare.

Tappa gastronomica: Ittiturismo Mar’e Pontis, menu fisso.

Is Benas

Is Benas | © Jessica Cani
Is Benas | © Jessica Cani

A pochi km da San Vero Milis, era definito una zona umida di importanza internazionale già negli anni ’70. In quest’area è ancora possibile trovare la Pinna Nobilis, una nacchera da cui si ricava il pregiato bisso con cui si tessono arazzi al telaio. Qui il mio consiglio è di godersi il colore del cielo al tramonto.

Gli appuntamenti con l’archeologia

Museo di Cabras

Giganti di Mont'e Prama, gioiello del Sinis | © Jessica Cani
Giganti di Mont’e Prama, gioiello del Sinis | © Jessica Cani

Si tratta di una meta imprescindibile per chi desidera conoscere la cultura atavica del Sinis, area molto attiva già in epoca prenuragica. Il museo ospita i ritrovamenti dell’area risalenti al periodo prenuragico e nuragico. Vi è poi una sala dedicata al relitto ritrovato nella vicina isola di Mal di Ventre, che portava un carico di piombo proveniente probabilmente dalla Spagna.

Sono i giganti di Mont’e Prama, però, l’esposizione più emozionante del museo, ritrovati nella necropoli di Mont’e Prama a 2 km dal museo. Una scoperta avvenuta nel 1974 per caso, da contadini, e di cui si comprese subito l’importanza storica. Vennero portati alla luce 28 giganti in pietra, che si dividono in pugilatori, arcieri e guerrieri. L’interpretazione non è ancora oggi chiara in quanto si tratta di un unicum in tutto il Mediterraneo. Oggi attraversare il museo di Cabras significa immergersi in un pezzo di storia di grande importanza per l’isola. È emozionante e carico di significato.

Villaggio di Tharros

Tharros | © Jessica Cani
Tharros | © Jessica Cani

Fu costruito dai fenici nell’VIII secolo a. C., all’estremità della penisola del Sinis, davanti al mare, in un’area che era già stata frequentata in passato dai nuragici. Nella parte nord e sud dell’abitato svilupparono le necropoli; nel resto, gli edifici pubblici e privati. È un’area carica di bellezza ed energia ed è una meta da tenere assolutamente in considerazione per chi visita il Sinis.

Le tipicità locali dal mare: mangiare nel Sinis

La bottarga di muggine

È chiamata anche l’oro di Cabras e la ragione non è dovuta solo al colore ma anche al suo gusto e profumo prezioso. Si ricava dalle uova del muggine e si lascia essiccare.

Sa merka

Merka è una parola probabilmente di origine fenicia che significa “salato”. Questo è un piatto a base di muggine bollito in acqua salato e conservato con le foglie di zibbia, un’erba aromatica.

L’anguilla incasada

Anguilla | © Jessica Cani
Anguilla | © Jessica Cani

Anguilla bollita in acqua salata e condita con aglio e pecorino. 

La burrida

Cosa mangiare nel Sinis: burrida di Cabras | © Jessica Cani
Cosa mangiare nel Sinis: burrida di Cabras | © Jessica Cani

Si tratta di un piatto a base di razza con il sugo, aceto, aglio e peperoncino. Da non confondere con la burrida cagliaritana, a base di gattuccio e noci.

La vernaccia (bonus imperdibile)

Riscoperta da alcuni anni da alcuni tenaci viticoltori, la Vernaccia di Oristano è un vino a denominazione di origine controllata che si produce dall’ominimo vitigno a bacca bianca. 

***Questo articolo è stato sponsorizzato dal Flag Pescando

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